Il primo codice della picciotteria venne scoperto a Seminara dal maresciallo dei reali carabinieri Michele Mocchetti (e non dal brigadiere Antonio Boarzi come si è sempre erroneamente ritenuto). La conferma si trova in una sentenza del Corte d'Appello delle Calabrie (Archivio di Stato di Catanzaro, Sentenze Penali, 1897, vol. 364, 31 maggio), nella quale, tra l'altro si legge: "L'associazione (...) come ebbe a scovrirsi di poi, aveva uno statuto contenente tutte le regole, sia in rapporto all'ammissione di coloro, che intendevano prendervi parte ed indicati di poi col nomignolo di Picciotto, sia in rapporto agli obblighi inerenti, ed ai lucri e prebende, che si ripartivano a secondo i gradi (...), ed in maniera che il segno distintivo denominato il Tatuaggio indicava proprio l'avvenuta ammissione".
Antonio Nicaso, Alle origini della 'ndrangheta : la picciotteria, op. cit. pagg. 12-13. Diego Minuti, Antonio Nicaso, "Ndranghete : le filiali della mafia calabrese, op. cit. pag. 35